Cristina Martinico

Giuseppe Pizzardi, nasce a Palma (Misiliscemi) nel 1965 e già giovanissimo sente crescere forte  dentro sé l’attrazione per il mondo dell’arte. Da bambino, comincia a sperimentare e a copiare riproduzioni di dipinti attaccati alle pareti di casa e a soli dodici anni, partecipa alla sua prima collettiva tenutasi a Locogrande, un’esposizione in occasione della festa del paese, allestita attorno al monumento ai caduti. A tredici anni, nell’ambito della stessa manifestazione, viene segnalato dal Giornale di Sicilia, sarà quello il primo articolo in cui si sentirà parlare del pittore Pizzardi.

La sua innata passione per l’arte, porta Giuseppe ad iscriversi al Liceo Artistico “Andrea Carreca” di Trapani, luogo in cui inizia il suo approfondimento in ambito figurativo. Lì, incontra i suoi primi maestri, pittori trapanesi piuttosto attivi in città agli inizi degli anni Ottanta. Quel piccolo liceo è un’interessante fucina di talenti e il confronto con tanti giovani creativi, porta Giuseppe a perfezionare le sue capacità e la sua tecnica, sia in ambito pittorico, che in quello scultoreo, anche durante quel periodo non manca la partecipazione ad eventi artistici. Nel 1981 partecipa, vincendo, ad un’estemporanea di pittura allo Stagnone di Marsala e ad una manifestazione per la realizzazione di murales a Guarrato, dove presenta una provocante Arianna nuda, con in mano una coppa di vino.

Terminato il liceo, la sua fame di crescita artistica e di ambizione pittorica, lo porta a confrontarsi con la principale realtà accademica d’Italia: l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Lì, Pizzardi scopre una dimensione internazionale dell’arte che fino a quel momento gli era del tutto sconosciuta. Ammaliato dall’opera di Burri e dall’espressionismo astratto, abbandona il porto tranquillo dell’arte figurativa, per cominciare a sperimentare nuovi percorsi creativi, in particolar modo quello dell’arte Informale. Frequenta l’accademia dal 1983 all’87, anni del boom della Transavanguardia e della pittura su grandi tele, quegli anni e quelle tendenze, influenzano in maniera determinante tutto il prosieguo della sua carriera pittorica. 

A Milano, parteciperà ad alcune manifestazioni organizzate dalla stessa Accademia e nel 1986, grazie all’incontro con altri tre artisti trapanesi, Giuseppe Occhipinti, Piero Sansone e Francesco Impellizzeri, organizza una collettiva all’interno della storica Torre di Mezzo a Marausa, luogo di cui i genitori avevano in quel momento la gestione. La collettiva, dal titolo “Quartetto alla Torre di Mezzo”, vede presente all’inaugurazione, la grande artista trapanese Carla Accardi, che fa da madrina all’evento.

L’anno successivo, nella stessa location, si tiene la prima personale di Pizzardi, dal titolo “Ataviche Paure”. Le tele esposte, sono i lavori realizzati nell’ultimo anno all’Accademia di Brera ed evidenziano un percorso di forte intensità emotiva, determinata dall’uso quasi esclusivo del nero, tramite l’utilizzo di varie tecniche, quali acrilici, smalti, olio e carboncino. Opere realizzate con una pennellata aggressiva ed un segno libero, che riconduce ad una gestualità mutuata dall’espressionismo astratto di un Emilio Vedova o di un Kline. L’intero video di repertorio, da cui sono tratti i frame sottostanti, lo troviamo sul canale Yuotube dell’artista.

Nel 1988, appena ventiquattrenne, inizia al Liceo Artistico di Messina la sua carriera di insegnante di Arti figurative e, contemporaneamente, collabora come educatore all’Istituto Cristo Re della stessa città. Proprio la congregazione dei Rogazionisti, gli commissionerà un’opera scultorea che rappresenti il cinquantenario della creazione dell’Istituto. In quel periodo, Giuseppe sperimenta altre forme espressive, collabora con la rivista “Il Santo dell’orfano” e compone persino l’inno ufficiale di quegli anni del Messina Calcio, dal titolo “Campioni”, cantato da lui, dai calciatori del Messina – tra cui, anche Igor Protti – e il coro dei ragazzi dell’orfanotrofio.

Nel 1995, gli si presenta una singolare commissione. Durante il Carnevale di Acireale, la madre, che in quel momento teneva per mano un ragazzino malato, ha una visione: un Cristo in ascesa verso il cielo. Fortemente scossa da questo episodio avvenuto in un contesto e in un momento del tutto inconsueto, chiede a Giuseppe di realizzare un dipinto che riproduca ciò che ha vissuto. Inizialmente titubante, soprattutto perché non lavorava su soggetti figurativi da alcuni anni, cede dopo le accorate insistenze della madre e terminata l’opera, decide insieme a lei di donarla alla parrocchia di Palma.

Ma purtroppo, una profonda delusione è alle porte, perché il dipinto proposto alla parrocchia, viene rifiutato e Pizzardi, che avrebbe voluto lasciare un ricordo importante alla sua frazione, con dolore deve accettare quella decisione. Una serie di coincidenze, farà sì che l’opera si accasi altrove, poco tempo dopo infatti, il dipinto viene collocato all’interno del Santuario della Madonna di Trapani, dov’è tuttora esposto. In quel periodo degli anni ‘90, la sua tavolozza comincia a mutare, i neri vengono via via sostituiti da corpose pennellate di rosso e di giallo, le composizioni diventano più geometriche e, all’interno dello schema pittorico, emergono segni, scritte e simboli che fanno riferimento alla religione cristiana.

Le due personali più significative di questa fase pittorica sono quella del 1998, intitolata  “Dal Mio Infernale Paradiso”, tenutasi a Palazzo dei Leoni di Messina e quella del 2001, “Anima Nuda”, presso il Castello Svevo-Aragonese di Montalbano Elicona (ME). Dopo quest’ultima mostra, comincia a serpeggiare nei pensieri di Pizzardi un cambiamento radicale e nello stesso anno, fa il suo esordio nel campo della poesia, pubblicando la sua prima raccolta dal titolo “Penombra”, edita da “Il gabbiano” di Messina.

Il suo temperamento poliedrico, sempre alla ricerca di nuovi stimoli creativi, lo spinge a sperimentare una pittura che concili le sue altre passioni: la fotografia e la computer graphic. Da questa nuova ricerca nascono delle grandi tele di nudi senza identità, dove il corpo, talvolta esposto sfrontatamente, non viene scomposto, trasformato, ma rivisitato nei colori e negli effetti tipici dell’elaborazione grafica. Comincia così un nuovo percorso creativo, che spiazza chi conosce il suo stile precedente, anche se in realtà, Pizzardi aveva sempre mantenuto la passione per la figura umana, principale soggetto delle sue fotografie e che ora, semplicemente, combina insieme ad altre forme espressive. Il risultato di questo nuovo corso, si concretizza nel 2003 con la personale “Corpi”, esposizione presso la Caruso Gallery di Milazzo, in seguito presentata anche presso la Galleria Tartaglia Arte di Roma

Avendo nel cuore la sua città, e sognandone da tempo una personale, chiede di poter esporre questi dipinti presso la Galleria Comunale “Domenico Li Muli”, al centro storico di Trapani. Inizialmente lo spazio gli viene concesso, ma successivamente revocato, motivato dal fatto che i soggetti rappresentati sono inappropriati. Per Giuseppe è una forte delusione, trova inaccettabile l’essere censurato per dei nudi artistici nel XXI secolo. Superato il primo momento di sconforto, decide di non darsi per vinto e chiede l’autorizzazione per esporre le sue opere nella quasi dirimpettaia Chiesa di S. Alberto e lì organizza nel 2004, la sua mostra dal provocatorio titolo “I nudi negati”, di cui è possibile vedere un servizio sul canale YouTube dell’artista. Seguiranno varie personali e partecipazioni a manifestazioni e fiere d’arte. Progressivamente, i toni accesi e saturi dell’inizio di questo nuovo percorso, cominciano ad assumere toni più cupi e drammatici, quasi caravaggeschi. Il sacrificio umano diventa uno dei temi ricorrenti, proponendo sulla tela soggetti crudi, di forte impatto emotivo. La condizione del sacrificio e della fragilità umana, viene spesso sottolineata all’interno dei suoi dipinti, con l’inserimento di scritte stencil, che diventano quasi una firma, un motivo di riconoscibilità dell’artista stesso. 

Col passare del tempo, anche questa nuova ricerca pittorica comincia ad affievolire la sua forza propulsiva e nel 2012, con la bellissima personale “Nudo”, al Palazzo Senatorio di Trapani, può ritenersi conclusa anche questa parentesi figurativa. Con quella mostra però, si realizza anche il sogno che aveva fin da ragazzino: un’esposizione a “Palazzo Cavarretta”, un tempo luogo simbolo dell’arte trapanese. Infatti, anche se da anni ormai lontano dalla sua città d’origine, Pizzardi mantiene sempre dentro di sé, un forte legame con la terra che gli ha dato i natali. Ancora una volta riazzera tutto, ma questa volta sente la necessità di “ripulire” e di “essenzializzare” la sua ricerca, il suo mondo. Prende così una lunga pausa pittorica e si dedica ad istallazioni più concettuali, che culminano con la partecipazione, nel 2019, al Rito della luce alla Fiumara d’arte di Castel di Tusa e nel monumento “La piramide delle religioni”, istallata in Piazza Mario Sciacca a Patti, opera realizzata in collaborazione con gli allievi della sua scuola. Parallelamente alla sua ricerca artistica, porta avanti metodi e strategie d’insegnamento innovative, che cominciano a dare importanti risultati. Anche la stampa comincia ad accorgersi di quanto di nuovo sta proponendo il Pizzardi insegnante e su vari quotidiani e media appaiono servizi e interviste che fanno luce sul suo lavoro.

Ritornato alla pittura, nel 2016 riprende il suo discorso con l’arte Informale e i suoi riferimenti religiosi. Adesso, quella necessità di “essenzializzare”, si traduce sulla tela, in una tavolozza quasi monocromatica: composizioni semplici e rigorose, dove il riferimento ai simboli cristiani rimane protagonista, talvolta in maniera evidente, altre più celatamente, nascosto dentro la trama materica e pittorica. A fare da legante tra il periodo figurativo e il ritorno all’Informale, le scritte e le date, quasi sempre realizzate con la tecnica dello stencil, che rimandano alle stampigliature “fragile”sulle casse di legno o sui sacchi di juta, che girano per il mondo su navi merci. Quest’ultima ricerca troverà spazio nella personale del 2018 dal titolo “Genesi”,  presso la sede dell’Università Pegaso di Messina. Diverse opere di Pizzardi sono esposte all’interno della Collezione Diart San Rocco di Trapani.

Negli ultimi due anni, oltre a tenere corsi di pittura e continuare la sua ricerca artistica, ha profuso le sue energie nella scrittura del suo primo romanzo, “Quei tre anni”, recentemente pubblicato dalle Casa Editrice Le Scatole Parlanti di Viterbo.

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